Dall’inglese ‘permanent agriculture’, è un insieme di pratiche agronomiche atte a progettare ambienti umani simili agli ecosistemi naturali

Si attribuisce l'invenzione di questa particolarissima disciplina allo scienziato naturalista Bill Mollison ed all’agronomo David Holmgren.

Il principio fondamentale della permacultura consiste nella convinzione che applicando in maniera etica e responsabile i metodi ecologici nei sistemi produttivi agricoli, si possa ricreare quell’equilibrio perfetto tra uomo e natura indispensabile alla vita stessa. Sostanzialmente, questa disciplina punta a dimostrare che la sopravvivenza umana è strettamente legata ad un tipo di agricoltura in grado di durare nel tempo, con un impatto ambientale quasi prossimo allo zero.

Un concetto  applicabile a piccole o grandi realtà agricole, a cominciare dal balcone di casa o dall’orto domestico, per finire alle grandi aree naturali, agli insediamenti rurali, ai centri urbani ed ai villaggi.

La teoria  si basa sulla coltivazione consociata di alberi perenni, arbusti, erbacee, funghi e tuberi. Ma dal momento che l’autosufficienza alimentare non può essere garantita senza l’accesso alla terra, ad essa si abbinano anche le strategie legate all’acquisizione delle terre, strutture contrattuali e di autofinanziamento. In questo modo che la permacultura è diventata a tutti gli effetti un sistema umano globale.

Obiettivo fondamentale della permacultura, è la gestione etica della terra, nonché la conciliazione fra l’ambiente naturale e quello antropizzato. L’idea di ‘imitare’ la natura per ricreare quei meccanismi produttivi capaci di coprire le esigenze alimentari umane non è certamente  utopistica.